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FI-RN: alla ricerca dei propri limiti


Quante volte si pensa di non riuscire a fare delle cose, ad arrivare fino a quel punto, a valicare quell'ostacolo che sembra un muro dove non ci sia appiglio. Tante! Forse troppe!

E' per questo che quando riesci a tagliare dei traguardi, fino a quel momento impensabili, ti senti un super eroe, ma anche no, ti senti solo più consapevole e conoscitore di te stesso.

Certo, un pò di euforia (tanta) la tieni addosso per diversi giorni, ma si sa, chi non si godrebbe un'impresa che agli occhi delle persone comuni sembra essere incredibile!?


Sto parlando della mia impresa di agosto, in solitaria (dove ne ho accennato qui) che anche quest'anno, il secondo (#2), ha visto la sua conclusione in maniera positiva.



Una giornata passata pedalando in solitaria da Firenze a Rimini, passando dal passo del Muraglione, per la bellezza di 179km!

Qui a fianco i dati del Garmin molto espliciti.


La sera prima fisso giusto qualche sveglia, non volevo di certo iniziare male la giornata.


La partenza era fissata alle 6:00 e con soli 4 minuti di ritardo salto in sella quando ancora il sole non faceva neanche capolino.

Il cielo ancora buio ma piano piano si intravede l'albeggiare.

Rispetto la tabella di marcia, arrivando a Pontassieve alle 7 in punto (i primi 25km). Avevo pedalato con scioltezza e tranquillità in modo da metabolizzare ancora l'idea che stessi per affrontare un'impresa eccezionale ma anche perchè lo stomaco era pieno della colazione!

Continuo a pedalare e a morsicchiare la barretta aperta al 30° km, ogni 20-30 minuti, per passare agilmente Rufina e Dicomano in direzione San Godenzo.

Mi ricordavo che il percorso studiato prevedeva un inizio di salita già da Dicomano, ma così non era, quando si inizia salire!!??


Ero un pò preoccupato, perche dovevo arrivare a 907m di quota al km 61 e ancora ero a 150m al km 50!

La preoccupazione passa velocemente quando tocco San Godenzo. Il Garmin segna 7.5% di pendenza e salendo non accenna a diminuire, più facile vedere il valore aumentare.

Imposto il mio ritmo e inizio la scalata. La quota inizia ad aumentare, ed io inizio a gioire dentro. Sono impaurito, auforico, contento, impaziente, sono tutto quello che vi pare ma non stanco! L'adrenalina di affrontare una delle salite più dure della toscana mi stava caricando come non mai. Stavo arrivando al mio primo traguardo dei tre di giornata. Il paesaggio attorno a me cambiava continuamente in base alla quota. Passavano i minuti e il panorama si faceva sempre più bello. Il silenzio mi avvolgeva. Nessuna macchina, giusto qualcuna verso la vetta. Il respiro e il sudore che colavano sull'asfalto erano i soli miei compagni di viaggio. Sensazioni bellissime.

Cuore che batte, respiro affannoso ma controllato, ruote che sfregano sull'asfalto ruvido: questa è la mia colonna sonora preferita da ascoltare al massimo volume!!!


Ore 9 -> Passo del Muraglione 907 metri s.l.m.

Arrivo in vetta alzandomi sui pedali per gli ultimi metri...questa mattina sono io il campione!!!


Controllo subito gli appunti di viaggio e noto con stupore che sono in anticipo di un ora sulla tabella di marcia. Bene, mi riposo con calma... Calma finita quando vado al bar a prendere un succo e un quadrato di crostata...5€!!! Sti cazzi! Neanche fosse stata di fichi la marmellata!

Mangio, stretching, faccio qualche foto, ricarico le borracce e metto l'antivento e rimonto in sella. Scendo verso Forlì (ancora 53km) con un buon passo, visto i 40km di pendenza a favore e la scarsa presenza di macchine lungo il tragitto.

Un'ora che passa molto velocemente prima di arrivare verso Castrocaro Terme dove la pendenza inizia a diminuire e ritornare pianura. Poco male, mi ero riposato a sufficienza e mangiato il giusto per prevedere altra sosta a Forlì e ripartire fino a Cervia.

E così accade...

Arrivo a Forlì (km 115) e, dopo una foto al cimitero degli indiani e due chiacchiere col barista che mi conferma i miei appunti sul tragitto spingo sui pedali a 32-35km/h su una specie di tangenziale a una corsia per senso di marcia, con le macchine che inspiegabilmente mi passavano a pochi centrimetri. Vabè, almeno l'asfalto è buono, io sto bene e nonostante i gia 115km sulle gambe e 1000 metri di dislivello fatti sto tenendo.

Purtroppo le cose belle finiscono sempre troppo presto....si alza il vento e l'asfalto inizia a peggiorare fino a diventare un vero e proprio groviera trasversale alla mia direzione.

Calo vertiginosamente a 25km/h e inizio a sentire le gambe pesanti come magici. Di punto in bianco l'acqua ricaricata appena 30 minuti prima è già consumata: sulle gambe, in testa e nello stomaco. Maledico il vento e la strada e inizio anche a parlare mentre pedalo, sembro un pazzo ma non volevo mollare e l'unica cosa da fare era quella di autoincitarmi.

Passo le saline e prego veramente di esser arrivato. Manca poco, ma risulterà il tratto dove ho sofferto di più.

Intento a non infilarmi in qualche buca nella strada alzo gli occhi incredulo della presenza di un semaforo, ma mai più gioia di vederne uno e staccare gli scarpini dai pedali: rosso.

Difronte a me un cartello -> Cervia!

Sono quasi incredulo. Dal nulla della pianura è bastata una curva e un semaforo per piombare alle porte di Cervia, fatta di palazzine e traffico domenicale di chi vuole e sta andando al godersi una giornata di mare e sabbia.

Scatto giusto qualche foto per documentare il passaggio, qualche messaggio e via verso un ristoro per mangiare e ricaricarmi di acqua fresca.


Ore 12:15 -> Cervia (145 km)

Mi fermo lungo mare. Controllo gli appunti di viaggio e mi accorgo che il vantaggio è aumentato a 2 ore e 15 minuti sulla tabella di marcia. Morale alle stelle!


Affamato come non mai mi devo limitare ad una piadina sanissima (peccato!) e un litro di acqua. Mi rilasso 20 minuti. Mi sembrano i minuti più corti di sempre ma mai più desiderati.

Le gambe sono a posto, lo stomaco è stato placato, e la testa ragiona euforicamente.

Tutto andava alla perfezione, ora rimanevano gli ultimi 35km per concludere la mia impresa.


Riparto consapevole che saranno duri, più che altro per il caldo e l'afa che dalle 13.30 alle 14.30 sono ai massimi. Bandana zuppa di acqua fredda sotto al casco e via!

Pedalo, pedalo e continuo ancora a pedalare senza sosta, tengo ritmi leggermente più bassi proprio per non andare incontro a spiacevoli disturbi. Mi tengo sui 28km/h, senza problemi di vento e qualche sporadico di asfalto.

Il cartello di Rimini sembra non arrivare mai, nonostante la segnaletica stradale me lo indichi da non so quanto tempo.

Un'ora è passata e sono vicino ma ancora la sento lontana questa sconosciuta stazione.

L'unica cosa che so è che fino a quel momento i km che avevo segnati negli appunti di viaggio corrispondevano alla perfezione a quelli che avevo fino a quel momento percorso, di conseguenza mancavano realmente 3-4 km alla fine di quella stupenda ed infinita pedalata.

Neanche il tempo di accorgermene che leggo Rimini! Il cartello stazione mi indica di svoltare a destra e poi di proseguire dritto...arrivo ad una rotonda, giro lo sguardo a sinistra mi accorgo di essere arrivato!!! La stazione ferroviaria è li. Sembrava quasi mi stesse aspettando.


Mi fermo davanti all'ingresso della stazione, stacco gli scarpini, premo stop al Garmin e incredulo mi guardo attorno. Che ci faccio qua?!?!? Inizio a sorridere da solo. Mi ripeto che non è possibile. Ma so che è stato così, so che sono riuscito in quello che mi ero prefissato!

Ce l'avevo fatta!

Solita foto di rito, qualche video da mandare a casa, euforia a mille e tanta adrenalina!


Ore 14.40 -> Stazione di Rimini (179 km)

Alle 15.18 prendo il treno per Faenza per poi cambiare e prendere quello per Firenze.

Le quasi 3 ore di treno per il ritorno sono state bellissime. Le carrozze erano affollate ma io eri li da solo, ripensavo a quelle 6 ore e 44 minuti passati in sella, alle salite, alle discese, alla fame che avevo, al caldo che avevo sofferto, e a quel limite che ho superato.

Un limite che pensandoci successivamente non è stato poi così per caso. Il destino ha voluto che l'originario obbiettivo, Cervia, fosse spostato a Rimini, andando così a creare una distanza analoga alla frazione bike di un Iron Man di 180 km! Chissà che il destino non intraveda qualche altro obbiettivo infernale!


Tutti ce l'hanno...l'ho messo anchio! E poi, fa figo!

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